A settembre parte ICO per un fondo di venture capital tokenizzato che investe nell’economia reale

YOOmahn, con sede a Hong-Kong e co-fondata anche da Italiani, lancerà una ICO per un fondo VC. Si tratta apparentemente di security token ma ci sono forti contraddizioni

 

Yoomahn fondo VC tokenizzato lancerà ICO

Prenderà il via il 1 settembre 2018 l’ICO di YOOmahn, società con sede a Honk-Kong e tra i cui fondatori figurano due Italiani, che propone di raccogliere capitali attraverso l’emissione di token da investire in imprese che operano nell’economia reale e non solo nel mondo del blockchain. Nel corso dei mesi di luglio e agosto i soci saranno impegnati ad incontrare investitori istituzionali.

Nel suo comunicato stampa, la società dichiara che i token vengono utilizzati, grazie a uno smart contract, come strumento di partecipazione diffusa al fondo e come mezzo democratico di votazione dei progetti di investimento.

Sempre secondo la società, i vantaggi dell’iniziativa consistono nel fatto che, da un lato, l’accesso al fondo è aperto a tutti e non solo ad investitori professionali e istituzionali, e, dall’altro, nella liquidità dell’investimento, dovuta alla possibilità di negoziare i token su diverse piattaforme di scambio, come ad esempio Forkdelta, Bittrex e Binance, senza dover attendere un evento di exit nell’arco di 5/10 anni.

Differentemente da altri cripto-fondi che puntano esclusivamente ad investimenti finanziari speculativi, YOOmahn dichiara di operare con due punti fermi:

  • diversificazione in più progetti tangibili, al fine di limitare il rischio,
  • fornitura di un supporto costante alle società destinatarie degli investimenti, mettendo a disposizione il know-how del team, che fornirà un mix di servizi ad alto valore aggiunto (dal supporto strategico e manageriale, al marketing, allo sviluppo prodotto, fino al coordinamento legale).

YOOmahn afferma che sono più di 100 i progetti già identificati in America, Europa e Asia, che vanno dal real estate all’e-commerce, al turismo, alla mobilità urbana, al fintech e alle piattaforme di e-learning.

Il beneficio principale dei possessori di YOO token sarà la possibilità di ricevere dividendi a partire dalla fine del terzo trimestre solare dopo la conclusione dell’ICO: il 50% del rendimento realizzato verrà riaccreditato al titolare di token in criptovaluta Ethereum, mentre il 40% sarà reinvestita in YOOmahn, espandendo quindi il patrimonio in gestione e aumentando il valore intrinseco di ciascun token YOO. Il restante 10% verrà utilizzato per finanziare i costi di gestione del fondo.

Peraltro, ci pare che le affermazioni riportate siano in contrasto con quanto scritto nel “Token sale agreement” della società, che riporta testualmente: “In particular, you understand and accept that Tokens do not represent or confer any ownership right or stake, share or security or equivalent rights, or any right to receive future revenue shares, intellectual property rights or any other form of participation in or relating to the platform, and/or company and its corporate affiliates, other than rights relating to the use of the platform and bonuses provided by the Tokens”.

Dall’ICO sono espressamente esclusi I cittadini di Cina, Corea del Sud, USA, Canada e Singapore, che, con modalità diverse, hanno posto limiti più o meno stringenti alle ICO.

Verranno immessi sul mercato complessivi 100 milioni di YOO token (del valore nominale di 1 dollaro ciascuno), di cui il 94% disponibile per l’ICO che sarà aperta al pubblico dal 1 settembre 2018. Il 5% dei token è detenuto dal team e l’1% è in mano agli sviluppatori e advisor. La raccolta minima è stata fissata 2,5 milioni di dollari e i token invenduti saranno distrutti.

Ideatori e co fondatori dell’iniziativa sono Kim Berger Christensen, che ricopre il ruolo di CEO, con un forte background internazionale nel marketing innovativo e Lorenzo Torquati, CFO del fondo, esperto di ristrutturazione societaria e già investitore in criptovalute e Federico Ciccone, General Manager, con un’esperienza decennale in start-up e rilanci aziendali a livello internazionale. Il resto del managing team è internazionale e proviene da diversi Paesi, inclusi gli USA, la Corea del Sud, la Cina, la Spagna e l’Inghilterra.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.