Blockchain, aumentano del 12% gli italiani che la conoscono, anche se la associano alle crypto

La seconda edizione dello studio Retail Transformation 2.0, condotto da Digital Transformation Institute e Cfmt, rileva un aumento della conoscenza della blockchain

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Aumenta la consapevolezza degli italiani sulla blockchain: è cresciuto di un 12% il numero di coloro che “sa in generale di cosa si tratti”, con soltanto un +2% rispetto allo scorso anno in grado di definire in modo preciso il significato di questa tecnologia. Parallelamente, sono scesi dal 52% al 31% gli intervistati che dichiarano di non aver mai sentito la parola blockchain. Lo rileva la seconda edizione della ricerca Retail Transformation 2.0, redatta da Digital Transformation Institute e Cfmt.

I più esperti di blockchain sono uomini (52% dei casi), con grado di istruzione elevato (52%) ed avanzate competenze digitali (62%). Lo studio tuttavia segnala anche che la blockchain resta la tecnologia con cui gli italiani hanno meno confidenza, soprattutto rispetto a social network, AI e VR.

E’ quasi parità tra gli utenti che si sentono completamente a loro agio con blockchain (28%) e quelli invece che non lo sono affatto (30%). Forse perché gli italiani faticano ad associare la blockchain ad applicazioni concrete, ad eccezione dei bitcoin. Il 69% di loro (erano l’81% nel 2018), infatti, dichiara di non aver mai acquistato un prodotto facendo riferimento alla sua tracciabilità garantita tramite blockchain.

Solo un 6% si definisce un “utente regolare” e un 25% afferma che gli è “capitato di provare”, con un +16% rispetto allo scorso anno per i Millennial. Vi è poi un 41% degli italiani che, pur non avendo mai provato blockchain, sarebbe interessato a testarla.

Pressoché invariata, rispetto alla passata edizione della ricerca, la percentuale di persone che dichiarano di non aver mai usato criptomonete (80% a fronte di un 81% del 2018). “E questo  è l’indicatore più forte del fatto che la tecnologia blockchain, nella sua espressione più forte e significativa, ha trovato per ora un momento di saturazione. Che ovviamente non sarà eterno, ma impone una riflessione sulla differenza tra il tempo del quale le persone hanno bisogno per assorbire l’innovazione e quello che le aziende vorrebbero che fosse”, ha commentato Stefano Epifani, presidente del Digital Transformation Institute.

Per quanto riguarda le applicazioni possibili della blockchain:

  • il 46% degli italiani si dichiara interessato a “realizzarci contratti elettronici
  • il 45% ritiene che la blockchain sia una tecnologia imprescindibile per garantire la tracciabilità dei prodotti;
  • il 28% afferma che “un giorno non utilizzeremo più denaro ma solo criptovalute come i Bitcoin”.

Blockchain è forse la tecnologia che nel corso degli ultimi 12 mesi è stata più sovraesposta e, allo stesso tempo, fraintesa. Guardare al numero di quanti pensano di sapere di cosa si tratta e rapportarlo a quanti la usano effettivamente da immediatamente contezza di quanto tale convinzione di competenza sia spinta da un tam tam mediatico privo di conseguenze pratiche in termini progettuali. E non è un caso che mentre abbondino proof of concept siano rari i proof of work”, ha concluso Epifani.

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