Entro l’anno il Regolamento europeo per il Crowdinvesting? La posizione dei portali europei

Il commissario UE ha dichiarato che il nuovo regolamento europeo dovrebbe essere rilasciato entro l’anno. Intanto ECN, l’associazione dei portali, rilascia un position paper

 

Regolamento UE crowdinvesting entro fine anno

 

Pochi giorni fa, il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, commissario i cui incarichi comprendono anche stabilità finanziaria, servizi finanziari e Unione dei mercati dei capitali, aveva confermato che le regole armonizzate per il crowdfunding potrebbero essere imminenti entro la fine dell’anno. In un tweet, Dombrovskis ha infatti dichiarato che esiste “la volontà di andare avanti e trovare compromessi, si spera entro quest’anno”.

L’armonizzazione in tutti gli Stati membri dell’UE potrebbe aiutare notevolmente le PMI e gli imprenditori europei ad accedere al capitale per la crescita, tanto necessario. Le piattaforme potrebbero operare oltre i confini nazionali con la garanzia di un unico insieme di regolamenti.

Attualmente, le piattaforme Crowdinvesting (equity e/o lending crowdfunding) devono rispettare le norme nazionali degli Stati membri che variano notevolmente. Questo ecosistema frammentato è in netto contrasto con ciò che l’Unione Europea cerca apparentemente di raggiungere.

L’Unione dei mercati dei capitali è stata un obiettivo politico ovvio e di lunga termine dell’Europa, ma sebbene di concezione semplice, la realtà è stata molto più difficile da realizzare.

Il mercato più solido per il crowdinvesting rimane il Regno Unito, paese che presto uscirà dall’Europa. Mentre le piattaforme del Regno Unito continueranno a fornire formazione di capitale online in tutto il continente, un unico insieme di regole aiuterà tutte le parti interessate. Promuoverà inoltre la concorrenza tra le piattaforme di crowdfunding.

La voce principale per il Fintech è stato il European Crowdfunding Network (ECN), un’associazione che da lungo tempo ha sostenuto un approccio di buon senso alla regolamentazione.

Il mese scorso, ECN ha pubblicato un position paper su ciò che ci si aspetta dalla Commissione Europea. Attualmente, ci sono tre proposte per l’armonizzazione normativa in quanto il Parlamento europeo, la Commissione europea e il Consiglio hanno espresso la propria opinione. Ora, mentre sembra che si sia vicini a un accordo, ECN ha precisato il suo punto di vista al quale, si spera, la Commissione si atterrà poiché l’industria comprende il settore meglio di chiunque altro.

La posizione delle piattaforme europee

ECN individua alcuni punti chiave che riassumiamo brevemente:

  • Il limite alla raccolta con il crowdfinvesting dovrebbe essere di 8 milioni di euro. Un limite inferiore infatti potrebbe escludere molti dei tipi di attività che il regolamento intende coprire. Attualmente, l’importo di 8 milioni di euro è in linea con il requisito del prospetto ed è il limite di fatto utilizzato in alcuni Paesi tra cui Italia e Regno Unito.
  • Conflitto di interessi: ECN sostiene che è molto importante che le piattaforme di crowdfunding siano in grado di allineare i propri interessi a quelli degli investitori, investendo in progetti e/o addebitando spese come parte del loro modello di commissioni.
  • Classificazione degli investitori: ECN ritiene che gli investitori “sofisticati” debbano soddisfare uno di una serie di criteri per essere considerati tali: (1) Società: (a) fondi propri di 100k EUR; (b) fatturato netto di 2 milioni di EUR; (c) bilancio di 1 milione di euro; e (2) Persone Fisiche che soddisfano due dei seguenti requisiti: (a) entrate di 60k EUR o portafoglio di investimenti di 100k EUR; (b) ha lavorato nel settore finanziario, o come dirigente in una persona giuridica sofisticata, per almeno un anno; (c) ha effettuato almeno 10 significative transazioni sui mercati dei capitali al trimestre negli ultimi quattro trimestri
  • Bulletin Board: si riferisce alle transazioni secondarie. La ECN concorda sul fatto che un acquirente e un venditore dovrebbero essere in grado di negoziare su titoli acquistati con il crowdfunding e sul fatto che non dovrebbe esserci un sistema di matching interno.
  • Due diligence del cliente (KYC): le piattaforme devono applicare misure di dovuta diligenza, compresa l’identificazione della residenza di un investitore.
  • Due diligence sugli emittenti: ECN ritiene che la due diligence sia molto importante, ma la versione del Parlamento Europeo (l’unica fornita) non è pratica.
  • Test di conoscenza dei rischi e conseguenze del fallimento: questo ha a che fare con le notifiche di rischio e la realtà che molti società nella loro fase iniziale di vita presentano un alto rischio di fallimento. ECN ritiene che le piattaforme debbano allertare gli investitori non sofisticati che falliscono il test mifid o rifiutano di completarlo, ma possono comunque consentire loro di investire come accade già in Italia)
  • Limiti di investimento – Non dovrebbero essercene, se non il cap massimo di cui sopra al primo punto.

ECN accoglie con favore l’imminente regolamento e ritiene che avrà un impatto positivo sulle start-up e sulle PMI europee, nonché sugli investitori: “Un regime armonizzato consentirà finalmente alle piattaforme di fornire i loro servizi su una base completamente transfrontaliera in Europa, e con ciò arriverà un aumento dei volumi, della qualità e della professionalità del crowdfunding in tutto il continente“.

Ora spetta alla Commissione decidere cosa fare.