Trusters lancia il real estate crowdfunding certificato in blockchain, prima piattaforma in Europa

La piattaforma italiana di lending crowdfunding immobiliare ha annunciato che, grazie alla partnership con Swiss Crowd, i tracciati verranno conservati e certificati tramite blockchain

 

Trusters lancia certificazione dati con blockchain

 

 

Nel corso del workshop “Mattone & digitale, la nuova alleanza”, organizzato a Milano, la piattaforma di lending crowdfunding Trusters, nel celebrare il suo primo anno di operatività, ha annunciato che i dati tracciati, verranno conservati e certificati in blockchain.

L’innovazione tecnologica, attraverso la certificazione in blockchain e grazie alla partnership con Swiss Crowd, azienda svizzera specializzata in blockchain, consente già da oggi una maggiore garanzia di trasparenza sulla gestione dei dati relativi agli asset immobiliari delle proposte presentate in piattaforma.

Andrea Maffi, Founder and COO di Trusters, ha sottolineato che l’implementazione della blockchain è “un ulteriore e significativo passo avanti della giovane start up innovativa sul percorso di creazione del “Trust”, dna della piattaforma e driver fondamentale per creare quel rapporto di fiducia, importante specie se si parla di investimenti”.

Mentre Paolo Siligoni, AD di Swiss Crowd, ha spiegato che il digitale, e in particolare la blockchain, può dare trasparenza anche al consumatore su operazioni immobiliari nelle quali tante volte non c’è chiarezza.

In soli 12 mesi di attività i risultati raggiunti dalla piattaforma sono di assoluto rilievo: oltre 2mila gli utenti registrati in piattaforma che hanno contribuito a finanziare oltre 27 progetti per 2 milione di raccolta e con 3 progetti immobiliari che nel frattempo sono stati conclusi e hanno così consentito di rimborsare il capitale e gli interressi.

La nostra missione è rendere semplice e democratizzare l’investimento immobiliare: si può investire a partire da 100 euro» ha proseguito A. Maffi «sulla piattaforma ci sono diverse opportunità, le società immobiliari possono presentare le operazioni su nostro portale e il prestatore o truster può scegliere su cosa investire, valutando le caratteristiche del singolo deal per valutare se fa per lui: dati del progetto, business plan, dati della società proponente. È importante che ci sia un collegamento diretto tra la società che propone l’operazione e l’investitore».

Nel corso del workshop è intervenuto anche Giancarlo Giudici, Professore associato di finanza aziendale e direttore scientifico dell’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano, partner accademico di Trusters, che ha fornito alcuni dettagli sul mercato del crowdinvesting immobiliare: 10 miliardi di dollari di crowdinvesting immobiliari globale, con il lending che ha il 50% del mercato, l’equity il 35%, mentre il rimanente è ibrido. In Italia si è passati da un 2017 con meno di 1 milione euro al 2018 con 7,7 milioni al 2019 con 5,5 milioni nel primo semestre; sono in tutto circa 120 i progetti finanziati crowdinvesting immobiliare, di 92 con il lending, per una raccolta totale è di circa 40 milioni euro.

Alessandro Lerro, Presidente del comitato scientifico di AssoFintech e dell’Associazione italiana equity crowdfunding, ha affermato che in assenza di rendimenti il cassettista italiano si sta orientando sul lending crowdfunding, che cresce al ritmo più alto in Europa, anche per la possibilità di effettuare un’analisi specifica dei progetti, compreso il colore delle mattonelle del bagno.

Durante la tavola rotonda, Mario Abis, Consigliere del Comitato scientifico dell’Ordine degli Architetti, ha sottolineato che il successo del crowdfunding dipenderà anche dalla capacità di coinvolgere i partecipanti nella stessa progettazione dell’immobile, rispondendo alla richiesta di un processo partecipativo di una economia sociale che parte dalla base e cerca un modo di esprimersi. Luca Rossetto, AD di Casa.it, ha parlato dell’importanza strategica della banca dati di portali come Casa.it: l’85% delle compravendite immobiliari parte dal digitale, e grazie alle banche dati è possibile sapere zona per zona quali sono le tipologie di immobili più richieste e quale la capacità di spesa degli utenti.