Il lending crowdfunding italiano Profit Farm incassa un round da 200 mila euro

La piattaforma di lending Profit Farm, nata quest’anno, è dedicata ai crediti verso la Pubblica Amministrazione. L’aucap è stato sottoscritto dal fondatore di Maticmind, Carmine Saladino

 

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Cristiano Augusto Tofani, ideatore e presidente di Profit Farm

Carmine Saladino, fondatore del system integrator italiano Maticmind (partecipato da Fondo Italiano Consolidamento e Crescita – FICC, gestito da Fondo Italiano d’Investimento sgr) la scorsa settimana ha sottoscritto il terzo round di Profit Farm, innovativa piattaforma italiana di lending crowdfunding nata a metà gennaio 2021 e dedicata ai crediti verso la Pubblica Amministrazione (PA), ai crediti verso soggetti privati altrettanto solvibili e ai crediti garantiti.

Lo riferisce MF Milano Finanza, secondo cui l’aumento di capitale è di circa 200 mila euro, a fronte di una valutazione della società di 3,5 milioni. L’imprenditore è entrato anche a far parte del neo-istituito consiglio di amministrazione della società, dove siedono fra gli altri il ceo Roberto Macina e l’ideatore e presidente di Profit Farm, l’Avv. Cristiano Augusto Tofani. Quest’ultimo è uno dei maggiori esperti in Italia di crediti deteriorati, con all’attivo oltre 1.700 operazioni sugli Npl e lo scorso aprile in una intervista a BeBeez e Crowdfunding Buzz aveva preannunciato l’imminente apertura del terzo round di Profit Farm.

Chi è Profit Farm

Profit Farm è controllata da un gruppo stabile di soci operativi: Risolve RE Npl srl, società attiva nel settore degli Npl; Cristiano Augusto Tofani; Valentina Barbadoro, socia quasi totalitario di Risolve RE NPL srl; Roberto Macina, da sempre attivo nell’ecosistema startup italiano; Mario Costanzo, co-fondatore di WDA srl e chief legal officer; Francesco Sibilla, partner dello studio legale SAPG Legal, esperto, tra le altre cose, di diritto societario, startup innovative e legal-tech; Giovanni Alessi, anch’egli partner di SAPG Legal, esperto di organizzazione dei patrimoni, advisor di family office e socio de Il Trust in Italia. Il restante 6% è in mano a soci finanziatori, senza ruoli attivi nella società.

L’idea di creare Profit Farm è venuta all’Avv. Tofani circa un anno e mezzo fa, quando il top manager di uno dei principali portafogli Npl in Italia gli ha illustrato le prospettive del mercato del crowdfunding. “Da quel momento ho intuito che era possibile trasformare un mercato (quello dello smobilizzo anticipato dei crediti, ndr), sino a quel momento appannaggio esclusivo di fondi, in qualcosa di accessibile anche per le masse, sia per sottostante che per struttura. Insieme agli altri co-fondatori, abbiamo lavorato un anno all’idea e poi creato una squadra per realizzarla con successo. Dopo siamo passati alla pre-execution, dove abbiamo ipotizzato e analizzato il modello di business, oltre che individuato i possibili partner industriali”, ha affermato il fondatore.

Profit Farm non opera sul mercato dello sviluppo immobiliare (che contiene in sé anche il rischio di impresa, al cui buon fine è subordinato) bensì semplicemente su crediti certi, liquidi, esigibili verso soggetti solvibili, per lo più portati da sentenze passate in giudicato. “Nelle altre piattaforme di lending crowdfunding i proponenti assumono un impegno alla restituzione del prestito, senza tuttavia offrire alcuna garanzia reale in favore dei finanziatori. Nelle operazioni in vetrina su Profit Farm, invece, il credito è segregato in una società veicolo, le cui quote sono detenute /date in pegno alla Compagnia Fiduciaria Lombarda spa (fiduciaria iscritta sia al MISE che nell’elenco speciale ex art 106 TUB e vigilata da Banca d’Italia), che assume l’obbligo irrevocabile di restituire il credito ai finanziatori”. Non è dunque possibile che il proponente “scappi con la cassa”, precisa l’Avv. Tofani.

L’attività di recupero del credito (servicing) è svolta da professionisti con esperienza ultra-ventennale nel settore. Profit Farm per la raccolta di capitali delle sue campagne si appoggia a (ed è agente di) LemonWay: un istituto di pagamento comunitario autorizzato a operare in ben 29 paesi, tra cui l’Italia, e soggetto al controllo di Banca di Francia. Gli utenti creano un loro account su Profit Farm e trasferiscono l’importo che desiderano prestare su un apposito conto intestato a LemonWay, che poi possono utilizzare per partecipare alle singole campagne in vetrina sulla piattaforma. Alla scadenza del prestito, agli utenti sarà riaccreditato l’importo finanziato, maggiorato dell’interesse annuo pattuito e maturato.

Per quanto riguarda le campagne, “selezioniamo le operazioni che esprimano un rischio simile al Btp, con debitori solvibili e tempi di recupero molto brevi, anche considerando che nella maggior parte dei casi l’iter giudiziario si è già completamente esaurito, ovvero è in via di conclusione”, ha chiarito Tofani. Tra le Pubbliche Amministrazioni sicuramente solvibili rientrano, per citarne alcune: Regione Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Lazio, Roma Capitale, Città Metropolitana di Milano e Stato centrale. “In questi casi presi a esempio, ci basiamo sul rating delle principali agenzie e sul buon senso: il default di certe PA avrebbe ripercussioni sul debito pubblico e sullo spread”, spiega l’Avv. Tofani.

Sinora la piattaforma ha portato a termine sette campagne con importo compreso fra 19 mila e 326 mila euro. Il rendimento promesso agli investitori arriva fino all’8%, pari al tasso d’interesse moratorio legale dovuto dai debitori ritardatari. Per le imprese o i fondi cedenti il vantaggio consiste invece nell’anticipo dell’incasso rispetto ai 12-24 mesi necessari di norma necessari al saldo del credito. La piattaforma intende lanciare operazioni per almeno un milione di euro al mese, con obiettivi entro fine anno di 2-3 mila utenti e di raccolta totale di 15 milioni di euro. In 5 anni, punta a chiudere 100 milioni di euro di erogato e ad avere 50 mila utenti registrati, conquistando così una quota stimata attorno al 20-30% dell’intero mercato del lending crowdfunding in Italia.

In futuro, Profit Farm intende poi ampliare il raggio d’azione alle procedure fallimentari, concentrandosi in particolare sui crediti prededucibili, ed è in corsa per rilevare una posizione da 500-600 mila euro. Per trovare altre opportunità la startup aprirà presto un canale di comunicazione con i commercialisti. “Per il futuro stiamo anche analizzando un prodotto nuovo focalizzato sui crediti assistiti da un sottostante immobiliare a fronte di operazioni di esdebitazione già concordate con la parte debitrice”, ha detto Tofani. Sempre in futuro non è peraltro da escludere che Profit Farm possa agire da intermediario nella compravendita di crediti fra investitori istituzionali.