La Commissione Europea estende di altri 12 mesi il periodo transitorio per le piattaforme di crowdfunding esistenti

L’Europa ha adottato un provvedimento per estendere il periodo transitorio al novembre 2023 per le piattaforme che avevano ottenuto l’autorizzazione prima del novembre 2021

Regolamento UE esteso periodo transitorio per autorizzazione

La Commissione Europea ha adottato “formalmente” un provvedimento per estendere al 10 Novembre 2023 il periodo transitorio concesso alle piattaforme di crowdinvesting per adottare il nuovo regolamento europeo. L’estensione sarà riservata alle sole piattaforme autorizzate nei rispettivi Paesi prima del 10 Novembre 2021.

La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del provvedimento è attesa entro i prossimi 3 mesi, secondo la prassi legislativa europea e, dunque, prima della scadenza del 10 Novembre 2022.

Le scadenze per l’autorizzazione europea

Ricordiamo che il nuovo regolamento europeo sul crowdinvesting, entrato in vigore a novembre 2021, aveva concesso alle piattaforme già autorizzate nel proprio Paese, il termine del 10 Novembre 2022 per ottenere l’autorizzazione europea, un termine perentorio oltre il quale le piattaforme non avrebbero potuto operare senza la nuova autorizzazione.

L’ulteriore estensione si riferisce alle piattaforme già autorizzate e, dunque, per quanto riguarda l’Italia, includerebbe le piattaforme di equity crowdfunding (autorizzate ai sensi del regolamento Consob), ma non quelle di lending crowdfunding che non erano sottoposte ad alcun regime autorizzativo. Non ne siamo peraltro certi al 100% perché, di fatto, anche le piattaforme di lending italiane stanno godendo dell’attuale regime transitorio. Tra l’altro, nel testo del provvedimento si legge che “la proroga è concessa a tutti i fornitori di servizi di crowdfunding che attualmente operano a norma del diritto nazionale“, e, in effetti, le piattaforme di lending, sebbene non sottoposte a regimi autorizzativi, operano a norma del diritto nazionale.

Il ritardo italiano nella nomina dell’ente autorizzativo

Le piattaforme italiane peraltro stanno affrontando un altro grave ostacolo: il MEF e il Parlamento non hanno ancora nominato l’ente che dovrebbe occuparsi di concedere le autorizzazioni e della vigilanza. Un ritardo eclatante che rischia di bloccare completamente il crowdinvesting in Italia.

Secondo quanto risulta a BeBeez, Stefano Cappiello, Dirigente Generale del Mef, sta cercando una soluzione insieme a Consob e Banca d’Italia, anche sollecitato dagli “stakholder” del mercato.

Alessandro Lerro, presidente del Comitato Scientifico di Assofintech e partner di Avvocati.Net, aveva spiegato a Crowdfunding Buzz: “Consob sarebbe adeguata, perché, oltre ad aver già autorizzato 60 portali di equity crowdfunding e svolto attività ispettiva su numerosi portali di lending, avrebbe titolo in tema di sollecitazione dell’investimento; mentre Banca d’Italia avrebbe ragione di essere coinvolta per la sua competenza sui profili concernenti i servizi di pagamento e l’antiriciclaggio» (vedi l’articolo di Crowdfunding Buzz).

Lo stesso Lerro, tuttavia, ci ha recentemente informato che “ci si aspetta la nomina dell’autorità competente entro la seconda settimana di settembre“.