La fintech italiana Workinvoice e il fondo inglese RiverRock insieme per investire nell’economia reale italiana

Il fondo di private debt britannico, che ha già raccolto i primi 200 milioni di euro, si affianca ai 16 fondi internazionali che hanno aderito alla piattaforma di Workinvoice negli ultimi 2 anni

 

Matteo Tarroni, ad e fondatore di Workinvoice

Matteo Tarroni, ceo e cofondatore di Workinvoice

 

La fintech italiana pioniera nello scambio di crediti commerciali Workinvoice e il fondo londinese di private debt RiverRock hanno stretto un accordo per investire nell’economia reale italiana i capitali raccolti attraverso la RiverRock Accounts Receivable Finance Strategy. Nel dettaglio, il fondo britannico acquisterà portafogli di crediti commerciali attraverso la piattaforma di Workinvoice, sostenendo così una migliore gestione del capitale circolante delle pmi. RiverRock, che ha già raccolto i primi 200 milioni di euro, si affianca ai 16 fondi internazionali che hanno aderito alla piattaforma di Workinvoice negli ultimi 24 mesi.

Fondata nel 2009, RiverRock si concentra esclusivamente sull’Europa ed è supportata da una base di investitori diversificata, che comprende istituzioni pubbliche, fondi pensione, compagnie assicurative e family office. Tra i suoi anchor investor, rientrano: Ministero Federale tedesco dell’Economia e dell’Energia, European Investment Fund e Fondo d’Investimento Italiano sgr (FII sgr). La società di asset management ha sede a Londra e uffici a Parigi, Madrid e Milano.

In Italia, ricordiamo che RiverRock tramite RiverRock Minibond Fund nel marzo scorso ha sottoscritto un prestito obbligazionario non convertibile emesso da Gequity (ex Investimenti e Sviluppo), holding di partecipazioni quotata sul MTA di Borsa Italiana, del valore di 1,4 milioni di euro. Nel novembre scorso RiverRock, tramite la linea di finanza strutturata messa dal fondo di private debt RiverRock Italian Hybrid Capital Fund, ha finanziato l’acquisizione da parte di Digital Platforms della quota di maggioranza di System Management spa, società napoletana focalizzata sulla ricerca che sviluppa software, sistemi integrati, applicazioni e piattaforme IoT. Sempre lo scorso novembre, lo stesso fondo di RiverRock ha sottoscritto un minibond da 8,2 milioni di euro a scadenza dicembre 2025 emesso da Saie, società italiana che fornisce servizi cimiteriali.

Michel Peretiè, ceo di RiverRock, ha dichiarato in merito all’accordo con Workinvoice: “Questa partnership ci consente di effettuare investimenti istituzionali nelle pmi italiane in un momento in cui l’accesso al credito è limitato e si prevede che i tassi di insolvenza aumenteranno.” Michael Lamont, co-cio di RiverRock, ha affermato: “L’integrazione con la piattaforma di Workinvoice rappresenta un’importante pietra miliare nella strategia di accounts receivable di RiverRock. Il loro approccio collaudato è pienamente in linea con la nostra etica nel fornire credito alternativo, in quanto entrambi cerchiamo di promuovere stabilità, crescita e ripresa.”

Matteo Tarroni, ceo e cofondatore di Workinvoice, ha aggiunto: “Crediamo molto in questa collaborazione e nella necessità di portare liquidità alle imprese in una fase così delicata della nostra economia: non è un caso se nel 2020 in Italia il fintech ha erogato il 450% di risorse in più alle imprese rispetto all’anno precedente. Le imprese devono dunque guardare oltre e per farlo devono possedere gli strumenti che saranno indispensabili nel prossimo futuro: primo tra tutti, il credito alternativo a quello bancario. E molte aziende lo hanno già capito, tanto che quello dei crediti commerciali è un mercato in continua espansione: basti pensare che solo attraverso la nostra piattaforma abbiamo già intermediato fatture per circa 500 milioni di euro.”

Chi è Workinvoice

Fondata a fine 2013 da Matteo Tarroni, Ettore Decio e Fabio Bolognini e attiva dal 2015, Workinvoice è stata la prima piattaforma a diventare operativa nel settore dell’invoice financing in Italia. Nel marzo 2019 la società ha raggiunto il punto di pareggio.

Nel settembre 2018 il Gruppo Crif ha comprato il 10% di Workinvoice e contestualmente ha lanciato CribisCash, primo esempio di evoluzione del fintech verso le partnership con player industriali che dispongono delle risorse necessarie per sfruttare al meglio le idee, i servizi e anche i modelli di business inventati dalle startup, permettendo alle imprese di accedere ai dati di incassi e pagamenti di 1,7 milioni di aziende.

Nel settembre 2020 Workinvoice e Crif, con il supporto di PwC, in veste di advisor strategico e tecnico, hanno lanciato il primo mercato digitale per scambiare i crediti fiscali del super ecobonus, battezzato Ecobonus 110%. Nell’ottobre 2020 Workinvoice e il service provider per le PMI DocuMI hanno lanciato il servizio di anticipo fatture digitale AnticipaMI. Nello stesso mese la fintech ha lanciato l’anticipo fatture integrato nel software gestionale, in collaborazione con la software house Passepartout.

Quella con RiverRock costituisce la terza partnership stretta quest’anno da Workinvoice. Quest’ultima lo scorso aprile ha chiuso un accordo con Banca Sella per offrire alle pmi servizi finanziari innovativi. Inoltre, Workinvoice a inizio 2021 ha siglato un accordo con la scaleup britannica Ebury, grazie al quale le PMI italiane potranno proteggersi dal rischio di cambio sulla loro attività di import/export e finanziare le fatture in valuta estera attraverso semplici procedure digitali online. Già nel gennaio 2019 Workinvoice aveva stretto una importante alleanza commerciale, quella con Confindustria Vicenza, in forza della quale la società offre i propri servizi di anticipo fatture digitale alle imprese associate con condizioni economiche esclusive e dedicate.

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