Oltre 15 Paesi nel mondo hanno definito un quadro normativo per l’emissione di Security Token

In 15 Paesi i titoli digitali basati su Blockchain possono essere emessi e trasferiti. In altri, inclusa l’Italia, si potrebbero emettere, ma non gestire

 

Regolamento STO presente in 15 Paesi nel mondo

 

Security Token Advisors, un gruppo di professionisti che punta a “reinventare” la finanza con i security token, rivela che molti legislatori e regolatori si sono concentrati sulla definizione di regole e standard per l’emissione di titoli finanziari basati sulla blockchain o tecnologia di registro distribuito (DLT). i cosiddetti “security token”.

Gli advisor di STA osservano che più di 15 paesi hanno già definito lo strumento finanziario e che molti altri sono in arrivo, spiegando che: “La maggior parte dei paesi dispone già di quadri di riferimento per i titoli in cui rientrano i titoli digitali, ma questi spesso non definiscono in modo specifico il concetto né creano un quadro di riferimento specifico per i token in cui collocare i titoli“.

Nel novembre 2017, il Brasile ha approvato una legislazione su come condurre le vendite di token basate sulla blockchain. Secondo le autorità brasiliane, la classificazione dei token digitali come titoli può essere supportata come parte delle leggi esistenti. Il Paese ha una struttura che classifica i token digitali come titoli e utilizza un test simile al test Howey negli Stati Uniti, che viene utilizzato per determinare ciò che può essere considerato un titolo.

Le autorità brasiliane hanno affermato che le offerte iniziali di monete (ICO) e i token basati su DLT possono essere emessi fintanto che gli emittenti possono “distinguere chiaramente [i token] dall’essere classificati come titolo”.

Anche la Francia ha approvato una legislazione, nel dicembre 2017, che “consente la consegna di titoli, a fronte di un pagamento, per strumenti finanziari non quotati, aprendo la strada alla tecnologia dei security token“. Come notato da STA: “Nel marzo 2020, l’AMF (la Consob francese – NdR) ha pubblicato un’analisi legale dedicata ai security token. In questo documento, l’AMF ha riconosciuto i security token come i loro omologhi tradizionali e ha dichiarato la necessità di licenze apposite per i fornitori di servizi finanziari che operano nel settore, inclusa la necessità di una licenza MTF (Multilateral Trading Facility) per gli scambi secondari“.

Alcuni dei paesi che stanno attualmente lavorando sulle normative per i security token includono, tra gli altri, Cina, Germania, Gibilterra, Emirati Arabi Uniti (EAU), Stati Uniti.

Ci sono anche paesi in cui i security token non sono illegali, ma dove non esiste un quadro definito, e dove, quindi, possono essere emessi. Tuttavia, potrebbero non esserci leggi adeguate per proteggere gli emittenti o gli investitori in caso di controversia. Questi paesi includono, tra gli altri, Italia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, India, Messico, Uzbekistan.

La capitalizzazione di mercato dei security token è aumentata del 170% nel luglio 2020 e il tasso di rendimento aggregato è aumentato del 30% mese su mese. C’è stata anche una crescita costante durante l’agosto 2020, che potrebbe essere dovuta alle ottime prestazioni del più ampio mercato delle criptovalute.

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