Uno studio statistico conferma l’effetto “gregge” nelle campagne di equity crowdfunding

Una tesi di laurea conferma che la dimensione  dell’overfunding (in percentuale) è tanto più elevata quanto maggiore è la raccolta nei primi giorni di campagna

 

Tesi Manuel Cristofaro fattori di successo equity crowdfunding

 

Da quando ci occupiamo di equity crowdfunding, abbiamo sempre sostenuto (e con noi, le piattaforme stesse), che una campagna ha maggiore probabilità di successo sia quanto più riesce a raccogliere, sia quanto maggiore è il numero di investitori nelle prime settimane del round. E’ quello che alcuni chiamano effetto “gregge”, cioè l’effetto di rassicurazione e quindi di emulazione che un buon numero di investitori nei primi giorni di campagna esercita sul “crowd”.

E’ una constatazione che viene dall’esperienza e dal buon senso, ma che, finora, in Italia non era stata ancora studiata statisticamente. Ci ha pensato uno studente di economia dell’Università di Bergamo, Manuel Cristofaro, che, nella sua tesi di laurea (discussa in pieno lockdown) con il sostegno di Crowdfunding Buzz e del nostro AD Fabio Allegreni, ha prodotto uno studio molto approfondito.

Il campione su cui è basata l’analisi si riferisce alle campagne lanciate tra il 2016 e il 2019 sulle piattaforme Crowdfundme e Mamacrowd che, oltre a rappresentare il 50% della raccolta nel 2019 (64% nel 2018), sono le uniche che consentivano di rilevare per ogni campagna l’entità dei singoli investimenti e la relativa data.

Lo studio si basa sull’analisi della correlazione di diverse variabili tipiche delle campagne di equity crowdfunding, con il successo della raccolta, espresso come entità dell’overfunding rispetto all’obiettivo minimo di raccolta.

Le variabili dipendenti che lo studio ha preso in considerazione sono state suddivise in:

  • Variabili “segnale”, cioè relative a informazioni conosciute al momento del lancio della campagna (come età dell’azienda, obiettivo minimo, investimento minimo, valutazione pre-money, equity offerta)
  • Variabili “di performance”, cioè informazioni che si sono formate nel orso della campagna (come numero di investitori, investimento medio, durata della campagna)

Per rendere consistente il modello statistico, sono state escluse alcune campagne “estreme” (per esempio quelle finanziate in un giorno) riducendo così il campione da 122 a 113 campagne, oltre all’individuazione delle variabili dipendenti più rilevanti (per i dettagli sulla metodologia, si veda il capitolo 6 della tesi).

L’analisi ha evidenziato che, statisticamente, il 93% del successo di tutte le campagne analizzate è strettamente correlato a:

  • l’obiettivo minimo di raccolta richiesto dalle imprese offerenti
  • quanti giorni impiega la campagna a raggiungere questo obiettivo
  • la capacità della campagna di attrarre investitori
  • l’entità media degli investimenti

Per quanto riguarda il tempo impiegato dalle campagne per raggiungere l’obiettivo, è stata effettuata un’ulteriore analisi, separando le campagne che hanno raggiunto l’obiettivo entro il primo mese dal lancio, da quelle che lo hanno raggiunto successivamente.

Questo approfondimento, ha evidenziato che il raggiungimento dell’obiettivo nel primo mese è statisticamente correlato per il 67% con l’elevata performance della campagna nella prima settimana.

Non solo ma, analizzando ulteriormente ogni variabile, è emerso che le migliori performance delle campagne nel loro primo mese si correlano sia a un più elevato numero finale di investitori, sia a un loro maggiore investimento medio.

Dall’analisi emergono, infine, altre osservazioni, tra cui ci sembrano particolarmente interessanti le seguenti:

  • L’anzianità della società offerente non è una variabile rilevante
  • C’è una correlazione significativa tra una valutazione pre-money più elevata e le campagne che raggiungono l’obiettivo in meno di un mese
  • Che ci sia o meno l’investitore professionale nel primo mese di campagna non è rilevante per il suo successo

Facendo i migliori auguri al neo-dottore Manuel Cristofaro per la sua vita lavorativa, riportiamo qui la sua tesi per ogni approfondimento (avvertiamo che, poiché il corso di laurea era quello dell’Università di Bergamo in International Management, Entrepreneurship and Finance, il testo è in inglese).


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