Consob: lo sviluppo di equity crowdfunding e P2P lending riduce costi e barriere alla raccolta di capitali

Nel corso del Consob Day, il presidente Nava ha sottolineato l’importanza di equity e lending crowdfunding per aumentare la spinta alla crescita delle PMI italiane

 

Consob day discorso presidente Nava

 

Ieri il presidente di Consob, Mario Nava, presentando la Relazione annuale dell’Autorità di vigilanza ha dato una spinta al fintech e, in particolare a equity crowdfunding e social lending. Nava ha ricordato che “in Italia, come nei maggiori paesi europei, i mercati di Borsa non sono ancora rappresentativi di una grande percentuale del sistema produttivo, poiché rimane marginale il peso della capitalizzazione delle piccole e medie imprese quotate rispetto a quella complessiva di mercato. Inoltre, la struttura finanziaria delle piccole e medie imprese vede le nostre imprese storicamente connotate da una leva finanziaria più elevata di quella dei principali paesi dell’area euro.  Sebbene negli ultimi anni si sia registrato su questo fronte un miglioramento, è necessario (come ho detto prima) un passaggio dal debito all’equity”.

E questo perché, ha continuato Nava, “un maggior livello di patrimonializzazione renderebbe le imprese più adatte a ottenere finanziamento sul mercato e quindi meno vulnerabili a crisi e restrizioni del credito bancario. Il tema del passaggio dal debito all’equity per le imprese si intreccia, quindi, con quello del passaggio dal finanziamento bancario al finanziamento di mercato che costituisce un altro degli obiettivi dell’appena citata Capital Markets Union”.

Dunque, equity crowdfunding come soluzione per aiutare le Pmi a partrimonializzarsi, in modo, poi, da ottenere più credito per i loro investimenti. E non solo dalle banche, ma anche tramite strumenti alternativi, come minibond o prestiti sulle piattaforme di P2P lending.

E’ vero, ha sottolineato ancora Nava, che “negli ultimi tre anni è progressivamente cresciuto il ricorso da parte delle piccole e medie imprese non quotate ai minibond, accessibili agli investitori professionali: le modifiche normative (civilistiche e fiscali) previste dal legislatore a partire dal 2012 sembrerebbero dunque aver incontrato il favore delle imprese”.

Tuttavia, ha aggiunto il presidente della Consob, “il passaggio dalle banche al mercato può essere significativamente favorito dal fintech, che tramite lo sviluppo di piattaforme di equity crowdfunding e peer to peer (P2P) lending riduce costi e barriere di accesso alla raccolta di capitali (…) Mi limito qui a ricordare che sull’equity crowdfunding l’Italia è all’avanguardia: il legislatore è intervenuto nel 2012, riservandolo alle start-up e alle pmi innovative, e poi nel 2016, aprendolo a tutte le pmi. La Consob, prima Autorità in Europa e tra le prime nel mondo, ha disciplinato il fenomeno con un regolamento, che ha poi semplificato dopo aver consultato gli operatori di mercato”.

Infine, Nava ha sottolineato che ruolo della Consob debba anche essere quello di aiutare le imprese ad andare oltre gli sistemici ostacoli al fine di incoraggiarne il ricorso a fonti di finanziamento complementari e alternative al credito bancario, stimolando l’apporto di capitale di rischio e così “agire sia dal lato dell’offerta, aumentando la quantità delle società quotate e la loro attrattività, sia dal lato della domanda, inserendo le tutele per il risparmio e gli investitori in una visione integrata e facendo educazione finanziaria mirata e studiata sui destinatari, sia dal lato dell’interazione tra la domanda e l’offerta”.

Un commento:

  1. Secondo la Consob, “essere all’avanguardia” è uguale a fornire dei regolamenti prima degli altri. Gli altri Paesi, che regolamenti per fortuna loro non ne avevano, hanno potuto usufruire dell’equity crowdfunding per le PMI tutte (non solo le innovative) fin dall’inizio. Noi abbiamo dovuto aspettare dal 2013 al 2018.

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