Anche le PMI con business tradizionali iniziano a raccogliere con successo con l’Equity Crowdfunding

Pralina, creme e conserve, raccoglie l’obiettivo massimo di 300k in 10 minuti e, per la prima volta, un ristorante, Osteria Rabezzana, raccoglie 158k

 

Food e ristorazione raccolgono con equity crowdfunding Pralina e Osteria Rabezzana

 

Non solo innovazione tecnologica, ma anche solo capacità di “rinnovare” l’offerta con l’obiettivo di elevare la capacità di crescita. Ecco che le PMI che operano nei settori tradizionali del food e della ristorazione diventano interessanti per investimenti in equity da parte dei risparmiatori italiani. Quindi dell’equity crowdfunding.

Lunedì scorso, Pralina, società pugliese che produce creme, salse e conserve basate sui prodotti del territorio, ha lanciato il suo secondo round sulla piattaforma WeAreStarting, dopo aver raccolto 100 mila euro nel suo primo round un anno fa.

La raccolta si è conclusa a pochi minuti dall’inizio, raggiungendo i 300 mila euro, obiettivo massimo definito nella delibera di aumento di capitale. A quanto ci risulta, l’investimento è stato interamente sottoscritto da tre membri di una famiglia piacentina, che aveva già sottoscritto una buona quota del precedente round, e che ritiene Pralina perfettamente sinergica con i business della loro società.

Si tratta dunque di un’operazione di “Open innovation” effettuata da una media impresa verso una piccola per cui l’investimento è frutto della possibilità di accelerare ulteriormente il business della società target, grazie a sinergie operative.

Altro caso interessante, è quello di Osteria Rabezzana, che ha chiuso il proprio round su Crowdfundme lo scorso venerdì raccogliendo quasi 160 mila euro da 78 investitori. Si tratta del primo caso in Italia di una raccolta in equity crowdfunding effettuata da un ristorante.  Osteria Rabezzana, locale storico di Torino, si definisce un ristorante, un produttore di vini Piemontesi di qualità e un’enoteca.

La raccolta di capitali ha l’obiettivo di espandere il format di locali “OR”, partendo dal “pilota” di Torino, con o senza cucina e non molto ampi (30-60 mq) in zone di forte passaggio, dove si offre un abbinamento di vini e cibi di qualità.

Ci auguriamo che questi esempi aprano gli occhi anche ad altri imprenditori di qualità in Italia, dimostrando che aprire il proprio capitale a investitori terzi, non solo è un ottimo modo per finanziare la propria crescita, ma anche un’opportunità per individuare partener commerciali o aumentare e fidelizzare la propria base clienti.

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