Il timing perfetto per una campagna vincente di equity crowdfunding

Non serve tenere aperta una campagna di equity crowdfunding per più di 2 mesi: da un lato i lead investor prefersicono stanziare i fondi in prossimità del termine di scadenza, dall’altro il crowd investe di più nella prima settimana dal lancio

 

equity crowdfunding timing corretto

Gran parte delle modalità pratiche di gestione ed esecuzione delle campagne di equity crowdfunding segue le esperienze già fatte dalle piattaforme reward-based o di donazione, adottandone i medesimi meccanismi. Invero, si manifestano sempre maggiori differenze tra i due strumenti, tali da rendere le procedure del reward inadeguate per le operazioni di equity.

Un interessante esempio di tale differenza è fornito dai tempi della campagna. Tradizionalmente le campagne reward sulle piattaforme internazionali durano due mesi e talora tale termine viene prorogato. In Italia si assiste spesso a campagne più lunghe, anche nell’ordine dei sei mesi. Una serie di analisi disegna anche una relazione tra il riscontro iniziale della campagna e la possibilità di chiuderla con successo, motivando l’analisi empirica con la capacità comunicativa del crowd e l’effetto emulativo.

Il settore dell’equity crowdfunding sta invece fornendo dati molto differenti, agevolmente spiegabili sul piano delle motivazioni.

Una prima osservazione riguarda alcune piattaforme americane e inglesi, con elevati volumi di raccolta. Queste in genere hanno una finestra temporale di appena un mese e spesso vedono la chiusura del deal nei primi giorni, se non nelle prime ore di raccolta.

La ragione sta nel fatto che le emissioni vengono preparati tramite intense attività di pitching pre-lancio, generalmente presso investitori professionali, che quindi al momento della pubblicazione dell’offerta on-line hanno studiato il progetto e sono ben pronti ad investire. L’analisi dell’investimento quindi viene condotta off-line prima del lancio della campagna.

Una seconda osservazione si ricava dalle piattaforme italiane o di altri Paesi con una minor vivacità per gli investimenti nel capitale di rischio di società non quotate: il picco di sottoscrizioni avviene in prossimità della chiusura dell’investimento.
Anche in questo caso vi è una spiegazione logica: gli investitori sono generalmente di tipo professionale ed intendono far fruttare il loro denaro il più possibile, evitando quindi di lasciarlo in giacenza improduttiva su una piattaforma on-line per lunghi periodi. Approssimandosi il termine finale si affrettano a sottoscrivere i pacchetti di quote di loro interesse.

Queste due osservazioni confermano un dato di fatto già evidenziato dal mercato: i principali investitori in equity crowdfunding sono business angels o investitori con un certo grado di professionalità che si informano con congruo anticipo sulle opportunità di proficuo investimento, o che comunque stanno ben attenti a far fruttare il loro denaro fino all’ultimo giorno utile.

Il take away per le piattaforme è dunque evidente: le logiche del crowd investment sono molto diverse da quelle del crowdfunding reward ed il fattore tempo è un elemento di grande valore per l’investitore, le cui esigenze devono essere adeguatamente lette e considerate.

Peraltro, lasciare un progetto on-line con una raccolta scarsa o assente per settimane o mesi potrebbe creare un’aura di negatività intorno all’emittente; chi conosce queste dinamiche non si lascia influenzare, ma chi è lontano dal mondo dell’investimento in capitale di rischio, cioè tipicamente il crowd, potrebbe associare un disvalore al fatto che i professionisti dell’investimento siano ancora assenti. Non di rado si sentono domande stupite da parte di chi, al terzo giorno di pubblicazione dell’offerta, chiede come mai ancora non ci siano investitori.

In questi giorni è in chiusura l’equity crowdfunding di Shin Software, azienda sviluppatrice di un software che consente di creare rendering 3D interattivi per il web con un costo modestissimo e senza esperienza di programmazione, sfruttando i disegni CAD: il progetto è stato pubblicato a fine novembre 2014; alla fine di marzo, a ridosso della scadenza, sono entrati un grande gruppo industriale ed un investitore finanziario e solo subito dopo una quindicina di investitori per importi più piccoli che, forse, ne hanno seguito l’esempio.

Le piattaforme devono educare e mobilitare il crowd, oltre agli investitori professionali, trovando il modo di coinvolgere gli investitori retail e parlando la loro stessa lingua, ma al contempo devono considerare anche le esigenze degli investitori professionali, ricercando un equilibrio che, però, per i tempi non è quello delle campagne reward.

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