Legge di Bilancio 2017: una svolta per investire nell’economia reale

La legge di bilancio appena approvata include diverse norme che spalancano le porte agli investimenti nelle PMI italiane. Anche se non proprio tutte…

 

Legge bilancio 2017 agevola investimenti in PMI

Nei giorni scorsi avevo invitato i nostri lettori a segnarsi la data del 24 Novembre 2016: è quella in cui un emendamento della Camera alla legge di bilancio apre l’equity crowdfunding a tutte le PMI italiane e non solo a quelle “innovative”. Il 7 Dicembre, come tutti sappiamo, la legge di bilancio 2017 è stata definitivamente approvata anche al Senato.

In realtà, una sbavatura nell’emendamento lascia aperte le porte a dubbi interpretativi. Infatti, non essendo stato derogato l’art. 2468 del codice civile, che impedisce alle Srl di offrire quote al pubblico, si desumerebbe che, per ora, potranno accedere all’equity crowdfunding solo le SpA (per le quali invece offrire strumenti finanziari al pubblico è possibile per definizione).

Sebbene dal 2014 le Spa possono essere costituite con capitale minimo di 50 mila euro (prima erano 120), i costi sono necessariamente più alti: per esempio, come minimo, è necessario nominare un collegio sindacale (e/o un revisore dei conti), obbligo non previsto per le Srl.

Per ora, dunque, sembrerebbe proprio che l’equity crowdfunding non possa tecnicamente essere aperto a tutte le 136.000 PMI italiane, ma ad una fetta di gran lunga inferiore che include solo Startup e PMI innovative, nonché PMI costituite in forma di SpA.

Questa limitazione, peraltro, sembrerebbe proprio una svista, dal momento che il legislatore, a partire dal 2012 (v. in particolare il decreto “crescita” del 2012 e poi l’ “Investment compact” del 2015) e soprattutto con la legge di bilancio appena approvata, esprime chiaramente l’intenzione di spingere affinché gli investimenti degli Italiani siano diretti verso le società non quotate e, dunque, verso l’economia reale, costituita per la quasi totalità dalle PMI.

In effetti, oltre all’apertura dell’equity crowdfunding, la nuova legge di bilancio include misure che potrebbero avere un impatto “epocale” sugli investimenti nell’economia reale.

In che modo? Cerco di fare un po’ di ordine.

Incentivi a investire nelle PMI

  • PRIVATI. Se una persona vuole diversificare il proprio portafoglio, investendo in capitale di rischio a lungo termine, ma non ha la competenza per investire direttamente in questa o quell’altra azienda, può affidarsi al proprio gestore sottoscrivendo un PIR (Piano Individuale di Risparmio). Può così stanziare fino a 30k all’anno che il gestore – il quale deterrà a questo punto molti PIR e dunque molti fondi – dovrà investire per almeno il 21% in società non quotate. Potrà farlo comprando quote direttamente o attraverso le piattaforme di Equity Crowdfunding, oppure comprando quote di fondi o di società che a loro volta investono in società non quotate. Il vantaggio è che quando tali quote verranno cedute (ma dopo 5 anni), se si realizzerà un capital gain, questo sarà totalmente esentasse. E se invece si verificano perdite, queste possono essere dedotte dai capital gain se realizzati prima di 5 anni. Infine, il PIR non è soggetto a tassa di successione.
  • FONDI PENSIONE. L’INAIL potrà investire in fondi chiusi che investano in startup innovative (o anche direttamente in startup ad alto valore tecnologico). I fondi pensione, sia obbligatori che complementari, sono autorizzati a destinare fino al 5% del proprio patrimonio in società non quotate e/o in Organismi d’Investimento Collettivo del Risparmio (OICR, cioè p.es. fondi o Sicav) che, a loro volta, investano prevalentemente in società non quotate. Anche qui, il vantaggio è la detassazione del capital gain e la possibilità di dedurre le perdite.
  • SOCIETÀ QUOTATE. Una società quotata che partecipa per almeno il 20% in una società con meno di 3 anni di vita, può acquistarne le perdite deducendole così dal proprio bilancio. Un evidente stimolo per le grandi imprese a investire in startup.
  • TUTTI. Tutti i soggetti elencati, se investono in Startup o PMI innovative possono detrarre dalle imposte (se privati) o dedurre dall’imponibile (se società) il 30% dell’investimento effettuato.

Vantaggi per i Fondi di Venture Capital

I fondi di VC e le società d’investimento aumentano esponenzialmente il proprio potenziale e quindi la portata dei propri investimenti in PMI:

  • Aumentano la propria capacità di raccolta, poiché, finalmente, si possono rivolgere a Inail e fondi pensione
  • Quelli che investono prevalentemente in startup e PMI innovative possono dedurre il 30% del capital gain in caso di exit
  • Il capital gain realizzato su tutte le PMI non è tassato
  • Non devono pagare l’addizionale IRES del 3,5%

Vantaggi dell’Equity Crowdfunding

  • Estensione a tutte le PMI (con la probabile eccezione di cui abbiamo riferito all’inizio dell’articolo)
  • Chi investe in startup e PMI innovative detrae dalle tasse il 30%
  • Le piattaforme di Equity Crowdfunding possono diventare un mercato primario di riferimento per chi gestisce i PIR, per le società di investimento (p.es. una SICAV) e per i fondi previdenziali, aumentando così enormemente la potenziale disponibilità di fondi a disposizione delle PMI che lanciano una campagna di raccolta fondi

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