Svizzera, Gran Bretagna e Germania, ciascuna con intensità molto diverse, hanno iniziato ad affrontare ICO e criptovalute in modo organico
L’interesse per criptovalute e ICO ha ormai raggiunto dimensioni e popolarità tali da rendere necessari dei punti di riferimento normativi. Nel mondo si alternano interventi che vanno da chiusure preventive drastiche in attesa dell’emanazione di norme, come in Cina, a prese di posizioni ufficiali degli organi di vigilanza, come quello della SEC in USA che entra nel merito delle emissioni di security tokens.
Anche in Europa la sollecitazione è forte, e alcuni paesi, ciascuno in modo diverso, stanno iniziando a prendere posizione.
In Svizzera, la Swiss Financial Market Supervisory Authority (l’organo di vigilanza svizzero) ha rilasciato una serie di linee guida per la regolamentazione delle ICO, con il fine di supportare lo sviluppo della Blockchain nel paese. La stesura di queste linee guida è stata sollecitata dal numero sempre crescente di ICO con sede in Svizzera, nonché dalla quasi totale mancanza di chiarezza per quanto riguarda la regolamentazione di tali attività. FINMA suddividerà i token dei progetti in tre categorie: payment token, utility token e asset token.
In UK, sette delle più importanti società di criptovalute – Coinbase, eToro, CryptoCompare, CEX.IO, BlockEx, CoinShares, e CommerceBlock – hanno unito le proprie forze per formare CryptoUK, il cui obiettivo è quello di autoregolamentare l’industria del denaro digitale nel Regno Unito. CryptoUK ha intenzione di lavorare a stretto contatto con il governo del Regno Unito indicando un codice di buona condotta, allo scopo di proteggere i consumatori e prevenire il riciclaggio di denaro ed altre attività illegali legate a Bitcoin e alle criptovalute in generale. Il gruppo tuttavia non si occuperà di Initial Coin Offerings (ICOs).
In Germania, BaFin (Bundesanstalt für Finanzdienstleistungsaufsicht), l’autorità federale di vigilanza finanziaria, ha pubblicato una nota sulle offerte iniziali di monete (ICO), sulla scorta delle ormai numerose richieste se i token o le valute virtuali distribuiti agli investitori durante le ICO debbano essere considerati come strumenti finanziari e quindi regolamentati. BaFin ha per ora emesso un semplice parere in cui afferma che al fine di soddisfare pienamente i requisiti legali, gli operatori sono tenuti a verificare se la loro emissione sia assimilabile a uno strumento regolamentato come uno strumento finanziario o un titolo. In caso di dubbio, BaFin consiglia agli emittenti di contattare i dipartimenti specializzati responsabili di BaFin per chiarimenti.
In Italia non ci sono ancora stati pronunciamenti organici, ma, un’interpretazione fiscale è forse possibile, almeno per il trading di criptovalute, come sottolinea Giorgio D’Amico in questo articolo su BeBeez.