Recepiti gli appelli delle startup? Il Governo sta lavorando a un piano per il loro sostegno

Gian Paolo Manzella sottosegretario allo sviluppo economico ha annunciato che il governo una serie di misure che sembrano recepire gli appelli dell’eco-sistema

 

Governo lavora a piano su startup e PMI innovative

 

Dopo le proposte per sostenere le startup messe in difficoltà dal lockdown imposto coronavirus arrivate da VC Hub e Italia Startup (son Assofintech e altre associazioni) e i piani per le startup di Gran Bretagna e Francia, anche il Governo italiano si sta muovendo in questa direzione. Secondo quanto riferisce La Stampa, le iniziative allo studio del Governo Conte a favore delle startup innovative sono 6:

  1. un fondo straordinario da 200 milioni di euro per offrire alle startup innovative un finanziamento agevolato a 10 anni: se un imprenditore privato investirà in una di esse, lo Stato attraverso il Fondo Nazionale per l’Innovazione (Fni) aggiungerà un importo fino al massimo di 4 volte l’importo investito dal privato; alla scadenza, il prestito potrà essere rimborsato, oppure trasformarsi in azioni della società, a scelta dell’azienda finanziata;
  2. una speciale riserva per le startup all’interno del Fondo Centrale di Garanzia, che fornisce le garanzie pubbliche per i prestiti previsti dal Decreto Liquidità;
  3. un bonus per accedere a servizi specialistici di incubatori, acceleratori, business angel ecc;
  4. il finanziamento di programmi per far nascere startup innovative tra i ricercatori e gli studenti universitari, seguendo l’esempio virtuoso del programma Dock 3 attuato all’ateneo di Roma Tre, che permette ai giovani di lavorare insieme attorno ad un’idea e imparare a fare impresa;
  5. il rifinanziamento e l’ampliamento del programma Smart&Start gestito da Invitalia, che dal 2015 ha finanziato con 279 milioni di euro 595 startup innovative (di cui 233 al Centrosud); si parla di una dote aggiuntiva di 100 milioni di euro
  6. incentivi fiscali per chi investe nelle startup, in modo da portare più risparmio privato ad entrare nel capitale delle società.

In totale, il pacchetto di misure per le startup innovative varrà 500 milioni di euro rientrerà nel decreto aprile, ancora in corso di discussione e slittato oramai a maggio. Lo ha confermato il 4 maggio scorso il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, in audizione alla Camera sul decreto liquidità parlando del prossimo provvedimento dell’esecutivo.

Il regista delle misure pro-startup è il sottosegretario allo Sviluppo Economico Gian Paolo Manzella (PD), che ha dichiarato in un’intervista al quotidiano torinese il 29 aprile scorso: “In questo contesto difficile, se non mettiamo in campo misure efficaci rischiamo di pregiudicare un patrimonio che si è costruito negli ultimi anni e che deve essere parte del futuro della della strategia industriale italiana. Non è un caso che Francia, Germania e Regno Unito abbiano messo in piedi programmi di sostegno al sistema startup molto ambiziosi. Questo è un patrimonio di innovazione che dobbiamo preservare, e canalizzare verso le grandi sfide di domani, a cominciare dai servizi di telemedicina, dall’efficientamento energetico, nelle sfide sociali e nelle nuove fruizioni dei beni culturali”. 

E il giorno dopo Manzella con una nota (si veda qui AdnKronos) ha ribadito: Fondo straordinario dedicato al coinvestimento di Stato e privati, iniziative di imprenditorialità per le Università, deduzioni per chi investe nel capitale delle nuove imprese innovative, più risorse per il programma Smart & Start gestito da Invitalia. Queste sono alcune delle misure del Pacchetto Startup su cui stiamo lavorando in vista del prossimo Decreto. Sono misure per rafforzare un settore sempre più importante del nostro sistema di impresa”. E  ha aggiunto: “Ci sono 11 mila imprese e 70mila lavoratori ma sono la punta dell’iceberg di un ecosistema molto più grande fatto di finanziatori, fondi investimento, incubatori, acceleratori, spazi di coworking, luoghi di formazione per l’imprenditorialità nelle università, competizioni per startup promosse dai grandi attori dell’economia. Questa è la ricchezza, oggi, del nostro sistema startup e per questo in un momento di difficoltà come questo dobbiamo sostenerlo. E’ quello che stanno facendo altri paesi, come Germania, Francia e Gran Bretagna, e dobbiamo farlo anche noi. Con la sicurezza che investire sulle startup è investire sul nostro futuro”.

Manzella aveva già accennato più volte a questo concetto nelle scorse settimane. Per esempio, già in un post su Facebook, il 20 aprile, commentando la scelta della app Immuni, aveva scritto : “E’ il momento di provvedimenti straordinari per dare liquidità alle startup innovative che operano in Italia, sul modello di quanto si sta già facendo in altri Paesi. Il Governo è al lavoro su questo e contiamo di inserire queste norme nei provvedimenti in Parlamento o nei prossimi decreti“.

E prima ancora, in una lettera all’Avvenire, aveva scritto: “Il  Governo e il Mise in particolare, che questo sistema ha promosso negli ultimi dieci anni, deve sostenere questo comparto in un passaggio che, difficile per tutti, lo è di più le startup e rischia di tagliare loro il fiato. Per aiutarle ad affrontare i tempi del Covid, ci sono strumenti come il Fondo Nazionale Innovazione che possono essere indirizzati sul punto, ci sono le Regioni, che su questo tema stanno lavorando da anni, spesso con risultati importanti. E, ancora, ci sono potenziali risorse private pronte ad investire se diamo loro le condizioni migliori per farlo”.

 

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