A che punto sono le autorizzazioni per le piattaforme di crowdfunding in Europa?

Sono già 18 le piattaforme autorizzate in base al nuovo regolamento UE. Alcuni Paesi come Paesi Bassi, Francia e Spagna sono già avanti. Indietro Italia e Germania

 

Autorizzazioni piattaforme crowdfunding in UE

 

Da novembre 2021, le regole paneuropee sul crowdfunding sono diventate attuabili dopo l’approvazione da parte dell’Unione Europea nel 2020. In base alle nuove regole, o regolamento europeo sui fornitori di servizi di crowdfunding (ECSPR), una piattaforma può raccogliere fino a 5 milioni di euro da investitori in tutti gli stati membri, aprendo così la raccolta agli investimenti a oltre 300 milioni di cittadini dell’UE.

Secondo le nuove regole, un fornitore di crowdfunding di titoli deve essere approvato dall’autorità competente nel paese in cui ha sede. Alcuni paesi si sono mossi più rapidamente per elaborare il processo di autorizzazione ECSPR mentre altri si sono mossi più lentamente, portando così ad alcune discrepanze tra i regolatori. Una disparità tra paesi che ha portato l’UE a ritardare la piena conformità fino a novembre 2023 (originariamente prevista per lo scorso novembre).

Le autorizzazioni in Europa allo stato attuale

Crowdcube, piattaforma britannica leader di equity crowdfunding, anni fa aveva stabilito una sede in Spagna, ed è stato il primo emittente ad essere autorizzato e a raccogliere capitali secondo le regole nuove regole europee. Nei mesi successivi, tuttavia, altre piattaforme hanno ricevuto l’approvazione dai regolatori dei rispettivi stati.

Nelle intenzioni di ESMA, l’armonizzazione dovrebbe generare più concorrenza e più consolidamento nel settore. In questo senso, Invesdor, piattaforma finlandese, si è mossa rapidamente per fondersi con altre piattaforme.

ECSPR incoraggerà anche le piattaforme internazionali (o non europee) ad entrare nell’UE. Wefunder, uno dei più grandi portali di finanziamento Reg CF negli Stati Uniti, ha scelto i Paesi Bassi per ottenere di recente l’autorizzazione a fornire servizi di crowdfunding di titoli nell’UE. Mentre Seedrs, una delle principali piattaforme del Regno Unito attiva in Europa, è stata acquistata da Republic nel 2021.

In Italia, il processo autorizzativo non è ancora iniziato in quanto manca ancora la nomina formale di Consob e Banca d’Italia come autorità competente per l’Italia. Pare però assoadto che la situazione si sbloccherà nella seconda metà di Febbraio.

Di seguito è riportato l’elenco delle attuali piattaforme approvate ad oggi secondo il regolamento UE. Alcune di esse sono focalizzate sul debito, mentre altre sono verticali e orientate al settore immobiliare o all’energia rinnovabile. Alcune di loro prevedono di offrire transazioni secondarie tramite un servizio di tipo bacheca, l’unica modalità di mercato secondario concessa dal regolamento.