In una survey condotta da Crowdfunding Buzz e CrowdFundMe su investitori del real estate rivela che oltre l’ 85% investirebbe in PMI non quotate, a fronte di opzioni di uscita certe
Il mercato del crowdfunding immobiliare in Italia continua a crescere, ma gli investitori sembrano pronti a guardare oltre i tradizionali progetti real estate e, a determinate condizioni, puntare sulle PMI.
È quanto emerge dalla survey “Propensione investitori real estate a investire in una nuova asset class PMI”, lanciata da Crowdfunding Buzz e CrowdFundMe, che ha raccolto le opinioni di un campione rappresentativo di investitori attivi e potenziali nel settore.
L’obiettivo: capire se e in che misura il pubblico del real estate sia interessato a nuove forme di investimento in PMI non quotate e quali fattori incidano sulle loro scelte.
Profilo degli intervistati
La survey ha coinvolto un panel di investitori prevalentemente esperti, verificando se avessero anche una significativa esperienza nel settore immobiliare.
Il 70% degli intervistati dichiara di aver già investito in piattaforme di crowdfunding immobiliare o in veicoli di investimento alternativi, con ticket medi tra 1.000 e 5.000 euro per quasi il 50% e tra 5 e 10 mila euro per il 38%.
Le principali motivazioni di interesse verso nuove opportunità d’investimento, nell’ordine, sono: rendimento potenziale superiore rispetto agli investimenti tradizionali; diversificazione del portafoglio come prima leva strategica; durata dell’investimento chiara e relativamente breve.
Interesse verso nuove asset class relative alle PMI
Uno dei dati più significativi riguarda l’apertura verso le PMI come nuova asset class.
L’86% del campione si dichiara interessato o molto interessato a investire in imprese non quotate attraverso strumenti digitali, purché vengano garantiti trasparenza, solidità del team e rendimenti coerenti con il rischio.
Solo una minoranza appare ancora diffidente, principalmente per la percezione di rischio e la mancanza di informazioni sul funzionamento dei veicoli d’investimento.
La domanda chiave: interesse per progetti con opzione di uscita certa
Uno dei passaggi più rivelatori della survey è rappresentato dalla quarta domanda, che chiedeva:
“Se ti proponessero un progetto imprenditoriale con possibilità di uscita certa a 3 anni (opzione put), rendimento atteso superiore al 20% annuo e team con esperienza consolidata, quanto saresti interessato?”
Le risposte a questa domanda mostrano in modo netto l’atteggiamento pragmatico e opportunistico dell’investitore real estate medio.
Secondo i dati riassuntivi, una larga maggioranza degli intervistati (oltre due terzi) si dichiara molto interessata o sicuramente propensa a valutare un investimento con queste caratteristiche.
Le motivazioni sono intuitive ma significative: la certezza di un’uscita programmata (“opzione put”) rappresenta un elemento di mitigazione del rischio che avvicina l’investimento in PMI alle logiche di rendimento-rischio tipiche del real estate, dove la liquidabilità del capitale e l’orizzonte temporale sono aspetti chiave.
Il rendimento atteso superiore al 20% annuo viene percepito come un incentivo adeguato a compensare il rischio d’impresa, mentre la presenza di un team con esperienza consolidata rafforza la fiducia nella fattibilità del progetto.
In sostanza, questa domanda evidenzia un potenziale ponte culturale tra l’investitore immobiliare e il mondo delle PMI: quando vengono introdotti elementi di sicurezza e professionalità, l’apertura verso l’investimento produttivo cresce rapidamente.
Conclusioni: un’opportunità non ancora pienamente colta da piattaforme e PMI
La survey conferma una potenziale opportunità, non ancora pienamente colta dalle piattaforme di equity crowdfunding e dalle PMI: gli investitori real estate italiani sono pronti a guardare oltre il mattone, purché trovino nel nuovo ecosistema garanzie di professionalità e meccanismi di protezione del capitale.
L’interesse verso progetti con uscita certa e rendimento competitivo indica una domanda latente per strumenti che coniughino la solidità del real estate con la dinamicità delle PMI.
Un segnale chiaro per operatori e piattaforme di crowdfunding: la prossima evoluzione del mercato passa dalla capacità di coniugare sicurezza percepita e innovazione finanziaria.
Fabio Allegreni, AD di Edibeez (l’editore di CrowdfundingBuzz) e advisor di startup e PMI, commenta: “La possibilità di proporre investimenti in PMI con formule che integrano rendimenti interessanti e opzioni di uscita predefinite rappresenta una vera evoluzione dell’offerta fintech italiana. È una direzione che può accelerare la crescita di un ecosistema più maturo, dove il capitale privato sostiene concretamente l’economia reale.”








