Le exit dell’equity crowdfunding sono state il 10% delle imprese finanziate ma solo un altro 13% cresce bene

Secondo il primo report sulle imprese finanziate con equity crowdfunding, il 23% ha fatto una exit o sta crescendo. Il 54% cresce poco e il 24% è out of business o sta per esserlo

 

Primo Report su performance imprese finanziate con equity crowdfunding

 

Quasi il 10% (9,8%) delle imprese che hanno raccolto tramite Equity Crowdfunding tra il 2014 e il 2019 ha “fatto una exit”, si è cioè quotata in Borsa o è stata oggetto di operazioni di M&A. Inoltre, a distanza di tre anni dalla chiusura con successo della campagna, il 13% risulta in crescita in termini di ricavi e marginalità.

Questo è il dato principale che emerge dal Report sulle performance dell’Equity Crowdfunding in Italia realizzato da Italian Tech Alliance – l’associazione italiana del venture capital, degli investitori in innovazione e delle startup e PMI innovative – e da BizPlace, boutique di consulenza finanziaria specializzata in servizi per aziende innovative.

Il primo studio sulle performance delle imprese che hanno raccolto con equity crowdfunding

Il report prende in esame il mercato dell’Equity Crowdfunding in Italia, dei suoi principali operatori e delle oltre 700 emittenti che hanno realizzato una campagna di finanziamento dal 2014 a oggi.

Si tratta uno studio estremamente interessante per il settore, in quanto per la prima volta, si analizzano e si mettono a confronto le performance economico-finanziarie delle emittenti a tre anni di distanza dalla raccolta, sulla base della piattaforma che le ha selezionate, del loro settore di riferimento e della loro fase di vita.

L’analisi, peraltro, evidenzia anche un altro fenomeno, in questo caso negativo: la scarsa capacità previsionale delle emittenti, dovuta ad un mix di fattori.

Secondo gli estensori dello studio, questi comprendono la tendenza delle emittenti ad esagerare le proiezioni per risultare maggiormente appetibili agli investitori e la consolidata abitudine di impostare gli obiettivi di raccolta non tanto in relazione alle effettive necessità di liquidità risultanti dal piano delle imprese, quanto piuttosto alla capacità del mercato di raggiungere facilmente tali obiettivi.

Le principali evidenze

Tornando ai dati, il report analizza le performance attese (ricavi ed Ebitda previsti nel business plan), i dati “actual” (ricavi ed Ebitda effettivamente perseguiti) e, infine, il confronto tra performance attese e e dati actual. Ciascuna di queste analisi viene articolata per settore, per fase di vita (pre-seed, seed. Serie A) e per piattaforma (vengono prese in considerazione le 7 piattaforme che hanno raccolto complessivamente di più tra il 2014 e il 2022).

Come riportato in apertura, nonostante le previsioni di crescita si rivelino quasi sempre sovrastimate, nel 23% dei casi le società che hanno raccolto tramite ECF risultano comunque in crescita e, nel 9,8% dei casi, quotate in Borsa o acquisite da gruppi più rilevanti a livello nazionale e internazionale.

A questo proposito, gli estensori dello studio rilevano: “considerando i benefici fiscali connessi a questo tipo di investimenti sarebbe sufficiente che questo 23% di società generasse un rendimento medio 3x sul capitale investito per avere un bilancio complessivo positivo per gli investitori e dunque per il mercato in generale”.

Scendendo nel dettaglio, emerge che un 13% delle emittenti è cresciuta in termini di ricavi e di queste, un 64% (Top Performer) è cresciuto con tassi di crescita superiori al 20% l’anno e ha raggiunto la profittabilità nei 3 anni successivi alla raccolta; il restante 36% cresce in termini di ricavi seppur con tassi inferiori e con marginalità ancora negative (Stable Growth).

Di converso, un 9% del totale delle emittenti risulta aver messo la società in liquidazione tra il 2014 e il 2019 (Out of business) e un 15% risulta avere ricavi in decrescita ed EBITDA negativi (Risk of failure). La gran parte delle emittenti (54%) osserva una progressiva decrescita del fatturato seppur mantenendo marginalità positive (Poor Performer).

Gli autori del report

Italian Tech Alliance – già VC Hub Italia – è l’associazione italiana del venture capital, degli investitori in innovazione e delle startup e PMI innovative italiane. È stata fondata nel 2019 dai gestori dei principali fondi di venture capital attivi in Italia e oggi conta oltre 60 soci investitori, oltre 140 tra le principali startup e imprese innovative italiane e 26 soci sostenitori.

BizPlace è una boutique di consulenza finanziaria, punto di riferimento in Italia per gli operatori del settore innovazione. Dal 2017 ad oggi ha supportato oltre 400 clienti in più di 20 verticali tecnologici differenti per operazioni di Due Diligence, M&A e finanziamento tramite canali di equity e debito.

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