Recrowd, piattaforma leader in Italia nel lending immobiliare, ottiene l’autorizzazione europea

Anche Recrowd, portale leader in Italia nel lending immobiliare con oltre 110 milioni raccolti, ottiene l’autorizzazione ad operare ai sensi del nuovo regolamento europeo

Recrowd autorizzata per operare in Europa

Dopo aver iniziato l’iter nel mese di giugno, ieri 30 novembre 2023, Recrowd ha ricevuto l’autorizzazione (qui la delibera) dalle Autorità di Vigilanza ad operare, come definito dal  Regolamento UE n. 2020/1503 in materia di crowdfunding, conosciuto anche come Regolamento ECSP (European Crowdfunding Service Providers).

Ad oggi, quindi, sale a 12 il numero di piattaforme italiane autorizzate ai sensi del nuovo regolamento.

Ricordiamo che scopo del Regolamento è di tutelare il più possibile gli investitori, da un lato ponendo maggiore controllo sulle piattaforme di crowdfunding, sul loro operato e sulla selezione dei progetti e, dall’altro, di potenziare questa nuova forma di investimento.

Recrowd è la piattaforma leader in Italia nel lending crowdfunding immobiliare con oltre 110 milioni raccolti dal suo lancio nel 2019 per 169 progetti finanziati.

In un post sul proprio blog, Recrowd ha evidenziato quali sono state le scelte della piattaforma in sede di domanda di autorizzazione.

Investitori sofisticati e non sofisticati

Il Regolamento ECSP invita le piattaforme di crowdfunding a classificare gli investitori come sofisticati e non sofisticati:

  1. le persone fisiche devono godere di almeno di due criteri dei tre:
    • possedere un reddito lordo personale di almeno €60.000 per anno di imposta o un portafoglio di strumenti finanziari, inclusi i depositi in contanti e le attività finanziarie, di un valore superiore a €100.000;
    • lavorare o aver lavorato nel settore finanziario per almeno un anno in una posizione professionale che richiede la conoscenza delle operazioni o dei servizi previsti, oppure deve aver ricoperto una posizione esecutiva per almeno 12 mesi all’interno di soggetti giuridici che possiedono i requisiti descritti per le persone giuridiche (vedi punto 2);
    • la persona deve aver effettuato operazioni di dimensioni significative sui mercati dei capitali con una frequenza media di 10 operazioni al trimestre nei quattro trimestri precedenti.
  2. Le persone giuridiche, devono godere almeno uno dei tre criteri:
    • fondi propri pari almeno a €100.000;
    • fatturato netto pari almeno a €2milioni;
    • stato patrimoniale pari almeno a €1milione.

Se l’investitore si classifica come sofisticato, deve comprovare il suo status allegando un documento, come indicato nei punti sopra.

Se invece l’investitore si classifica come non sofisticato, le piattaforme devono presentare un test d’ingresso di verifica delle conoscenze, al termine del quale verrà assegnato un profilo (alto – medio e basso).

L’investitore non sofisticato che, con il risultato del test, avesse dimostrato poche conoscenze nel settore investimenti, gli viene assegnato “profilo basso”.

In questo caso, il legislatore europeo ha previsto dei limiti per tutelare i suoi risparmi.

In particolare, se questo profilo di investitore volesse effettuare un investimento per un ammontare superiore all’importo più elevato tra​ € 1.000 o il 5% del patrimonio netto, la piattaforma è tenuta a presentare un’avvertenza sui rischi e ad imporre all’investitore di fornire un consenso in base al quale si  assume la responsabilità dell’investimento.

Le scelte di Recrowd

La posizione di Recrowd per gli investitori non sofisticati con profilo basso è però diversa. La piattaforma e limita comunque l’investitore con risultato basso, concedendo l’investimento solo sotto i €1.000 o il 5% del patrimonio netto.

L’altra scelta di Recrowd incide sul diritto di ripensamento, concesso dal Regolamento solo agli investitori non sofisticati.

Nel Regolamento viene menzionato un periodo di ripensamento all’investimento pari a 4 giorni di calendario, solo per gli investitori non sofisticati, dal momento in cui si è effettuato l’investimento.

Recrowd, invece, ha scelto di estendere a tutti gli investitori la possibilità di ripensare all’investimento, e quindi di recedere, democratizzando il diritto di recesso a tutti gli investitori, sofisticati e non.

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