Secondo il report del Politecnico di Milano, il crowdfunding immobiliare nel mondo ha raccolto oltre € 45 miliardi

Secondo la sesta edizione del Real Estate Crowdfunding Report del Politecnico di Milano e Walliance, investiti oltre € 45 miliardi nel mondo con il real estate crowdfunding

 

Real Estate Crowdfunding Report 2023

 

In Italia, il settore dell’immobiliare ha conosciuto il fenomeno della finanza alternativa legata al crowdinvesting con la nascita della prima piattaforma, Walliance, nel 2017, quando negli Stati Uniti era invece un sistema di accesso alle risorse finanziarie già conosciuto e diffuso.

In questi anni, il fenomeno ha continuato ad acquisire sempre più popolarità sia tra chi lo ha scelto come soluzione di investimento che come soluzione per finanziarsi.

E infatti, secondo il sesto Real Estate Crowdfunding Report, redatto dal gruppo di ricerca dell’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano, guidato dal prof. Giancarlo Giudici e finanziato da Walliance, a livello mondiale il settore vanta una raccolta cumulata di € 45,2 miliardi.

Mostrando quindi una grande crescita rispetto ai € 36 miliardi raccolti un anno prima, dopo il rallentamento post pandemia.

Le piattaforme di crowdfunding analizzate nella ricerca – che comprende solo quelle attive – sono 146, di cui 79 nell’Unione Europea, 24 negli Stati Uniti e 43 nel resto del mondo.

Di queste 39 piattaforme operano nell’equity, 91 offrono investimenti lending, e 15 offrono opportunità di investimento ibride, che combinano caratteristiche tipiche sia del lending che dell’equity. È il caso, ad esempio, del debito mezzanino, una forma di debito subordinato rispetto ad altri prestiti come quelli bancari, a metà strada tra debito ed equity.

Il crowdfunding immobiliare nell’Unione Europea

A livello UE, il Real Estate Crowdfunding (RECF) ha raccolto circa € 9,8 miliardi, di cui € 2,8 miliardi nel solo 2022.

I mercati più importanti sono la Francia (con oltre € 1,3 miliardi raccolti nel 2022), la Germania (con un balzo di € 629 milioni) e l’Estonia (€ 210 milioni). L’Italia si conferma anche quest’anno al quarto posto.

La maggior parte dei finanziamenti (87,9%) è stata dedicata a progetti di tipo residenziale e, nel complesso, è emerso che le preferenze degli investitori europei ricadono su contesti urbani (58%) e su interventi di nuova costruzione (64%), piuttosto che di ristrutturazione.

Rispetto al campione totale di 79 piattaforme censite, focalizzando l’analisi sui 25 portali che hanno raccolto le cifre più significative, si nota che la tedesca Exporo è sempre in testa alla classifica, con una raccolta totale che supera € 1 miliardo e che solo una piattaforma italiana, Walliance, è presente in classifica al 22° posto.

In funzione delle opportunità concesse dalle normative in ogni Paese, alcune piattaforme di RECF hanno progressivamente adattato la propria offerta di servizi, sviluppando un mercato secondario: dei marketplace propri, attraverso i quali gli utenti possono vendere e/o acquistare le azioni e/o i prestiti sottoscritti durante la campagna di finanziamento dei progetti. La nuova normativa ECSP consente alle piattaforme dell’Unione Europea di pubblicare una “bacheca” degli annunci di acquisto o vendita.

Il crowdfunding immobiliare in Italia

In Italia, il fenomeno del crowdfunding immobiliare è più recente rispetto al resto d’Europa ma la crescita del mercato prosegue senza tregua, anche e soprattutto nel 2022.

Le piattaforme specializzate nel real estate sono salite a 28, di cui 11 di tipo equity e ben 17 di tipo lending. La ricerca ha individuato – fino alla data del 30/06/2023 – 1.113 campagne chiuse con successo, che hanno raccolto € 434,92 milioni.

Negli ultimi 12 mesi (luglio 2022 – giugno 2023) sono state registrate esattamente 500 campagne (di cui 27 equity e tutte le altre lending) e la raccolta è stata pari a € 172,55 milioni, con una crescita del 35% rispetto al periodo precedente.

Si consolida la quota di mercato delle ristrutturazioni (87%) rispetto alle costruzioni ex novo e il 67% è localizzato in contesti urbani.

Da un punto di vista economico, è interessante quanto la raccolta in crowdfunding incida sul budget totale dei progetti immobiliari.

Per i portali equity, la raccolta rappresenta quasi sempre una frazione minoritaria del budget; il valore medio è pari al 28% e solo nel 4% dei casi la percentuale supera il 75%. Nel 50% dei progetti dell’ultimo anno questo dato è addirittura inferiore al 20%.

Nel lending, invece, la percentuale tende ad essere più consistente, perché la dimensione del progetto è in genere più contenuta: il valore medio è, infatti, del 46% e, nel 13% delle campagne, l’incidenza della raccolta supera il 90%.

Prospettive di crescita

La congiuntura internazionale, con inflazione crescente soprattutto sui costi dell’energia e delle materie prime (oltre alle difficoltà di approvvigionamento) e tassi di interesse in aumento, non sembra avere frenato il crowdfunding immobiliare. Gli investitori sembrano apprezzare la maggiore familiarità con il contesto del real estate (più facile da capire rispetto ad altri progetti di crowdfunding) e le maturity più basse.

In Italia il target è di arrivare a un cumulato di poco inferiore a € 600 milioni, in funzione però della velocità di autorizzazione delle piattaforme (alla data del 01/08/2023 nessun portale italiano ha ottenuto il via libera dalle autorità nazionali)

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